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Farina 100% made in Italy

È una tendenza che ha preso sempre più piede a partire dai primi del duemila per poi crescere sempre più fino ai nostri giorni. 

Stiamo parlando del biologico e di tutto quello che ruota intorno a questa parola oramai osannata ovunque, che come primo effetto collaterale ha prodotto un aumento dei prezzi di molti prodotti denominati appunto bio! 

Il fatturato annuo di questi prodotti si aggira intorno ai 4 miliardi l’anno, con una crescita tuttavia costante. Sempre più persone acquistano prodotti biologici per vari motivi, prima di tutto pensando alla salute poi perché pensano che hanno un minore impatto ambientale e perché non vengono usati pesticidi e altra chimica... ma è davvero così?

Secondo un rapporto commissionato dall’agenzia inglese Food Standard Agency, i cibi biologici non mostrano caratteristiche di qualità superiore ai corrispondenti cibi coltivati tradizionalmente. Infatti, la maggior parte dei prodotti alimentari coltivati bio, sono simili a quelli non bio, tutti fatta eccezione per i cereali, dove quelli biologici sono più poveri di proteine e i pomodori bio che sono più ricchi di vitamina C, ma questo giustifica il biologico in termini di salute?

Non ci sono prove che dimostrino sostanziali differenze nutrizionali tra alimenti bio e convenzionali. La ricerca più vasta e approfondita mai compiuta su quest’argomento, con pubblicazioni dal 1958 al 2008 e più di 52 mila resoconti scientifici elaborati negli ultimi 50 anni. La sintesi del direttore scientifico del progetto, professor Alan Dangour, è che «non emerge prova di alcun beneficio significativo per la salute derivante dal nutrirsi di alimenti cosiddetti biologici. Tracce di minuscole differenze si possono osservare, ma è improbabile che abbiano rilevanza per la salute pubblica».

Emanuele Bianchi, alimentarista di Altroconsumo aggiunge che rispettare i suoli, i cicli della natura, il benessere animale e non usare pesticidi, non è sufficiente per affermare che fa anche bene alla salute.

Da uno studio di Altroconsumo è stato rilevato: 

  • Yogurt: non sempre quello bio contiene meno additivi di quello convenzionale.
  • Biscotti: nei prodotti biologici sono stati trovati ingredienti di scarsa qualità, come l’olio di palma, e la presenza di farina ricostituita al posto di quella integrale.
  • Fette biscottate: in entrambi i prodotti sono stati trovati grassi di scarsa qualità
  • Cereali: i bio contengono più micro-tossine (tossine prodotte da muffe) rispetto ai cereali convenzionali.
  • Confettura: le differenze sono minime, ma la bio contiene più frutta e meno zuccheri.
  • Latte: è risultato privo di residui di tossine (possono passare al latte tramite i mangimi contaminati) sia nei prodotti bio sia in quelli convenzionali.

Come abbiamo già detto nella maggior parte dei cibi non ci sono differenze sia in termini nutrizionali sia di salute che siano bio o non, di fatto sono pressoché identici, quindi anche le farine seguono lo stesso discorso di qualità tra bio e tradizionale.

Allora perchè questa moda crescente anche per la pizza? 

Perché i Molini come le altre aziende seguono la scia di come va il mercato, c’è richiesta di bio? Allora facciamo una farina bio! Niente di male è giusto, i Molini sono aziende e devono vendere, la cosa sbagliata è fare cattiva informazione cioè far credere che la farina bio sia più salutare senza dimostrarlo con prove scientifiche. È ovvio che i molini non possono dimostrarlo con prove scientifiche perchè le prove scientifiche dicono proprio il contrario o per lo meno come riportato nei dati che ho menzionato prima smentiscono che il bio sia migliore o più buono. 

Con la farina biologica quindi non si produce una migliore pizza, ma solo una “pizza bio”, che di fatto non è più salutare tanto meno più buona. Diciamo che la differenza principale tra farina bio e quella non bio è principalmente il prezzo, per la gioia dei produttori che riescono così a “lucrare” su una credenza ormai diventata popolare. Sapete cos’è l’effetto Placebo? 

Questa è la definizione: “Lo stato di salute del paziente che ha accesso a tale trattamento può migliorare, a condizione che il paziente riponga fiducia in tale sostanza o terapia. Questo miglioramento indotto dalle aspettative positive del paziente è detto "effetto placebo". Significa che se ad esempio un dottore prescrive una caramella alla menta ad un paziente che crede di essere malato ma in realtà non lo è e gli fa credere che quella caramella sia un farmaco miracoloso, quel paziente si sente meglio fino a pensare di essere guarito. Questo si può fare solo con pazienti che non sono realmente malati ma che credono di esserlo. Ecco con il bio si sta usando l’”effetto placebo”. 

Al Sigep 2018 qualche Molino per distinguersi è arrivato addirittura a pubblicizzare le proprie farine come 100% italiane, facendo intendere tra le righe che sono prodotte solo con grano italiano. Mi domando però come possono esserci farine 100% “made in Italy” se importiamo grano dall’estero? Allora o sei un piccolissimo Molino che vende in una piccola zona ristretta con quel poco grano che trova in Italia oppure se ci si propone come grande Molino c’è qualcosa che non torna se poi si dice di commercializzare e produrre solo farine con grano italiani...no? In Italia la legge dice che le aziende e i molini non sono obbligati a indicare sulle confezioni l’origine della materia prima, ma devono riportare il nome dello stabilimento che ha effettuato l’ultima trasformazione significativa. “Le farine commercializzate in Italia – afferma Italmopa, nel comunicato stampa del 21 marzo 2017- sono Made in Italy al 100%, anche se contengono frumento importato, perché l’ultima lavorazione avviene sul suolo nazionale”. Una farina prodotta da grano importato ma trasformata in Italia è quindi per legge “italiana al 100%”. Ecco quindi smascherata l’altra “bufala” di quei grandi Molini che pubblicizzano le loro farine come 100% Made in Italy. Questo messaggio per legge si può dire ecco perché viene pubblicizzato ma è ingannevole volutamente perché lascia intendere ai più sprovveduti che sono tanti e loro lo sanno che quelle farine sono prodotte con grano 100% italiano cosa non vera. A riprova di questo c’è il fatto che i Molini che pubblicizzano Il messaggio ingannevole delle farine 100% italiane non specificano ai loro clienti come stanno veramente le cose. Non è neanche loro interesse farlo altrimenti non avrebbero fatto quel tipo di pubblicità. 

Le mode non dovrebbero influenzare il cibo

Siamo arrivati al punto di dare un senso estetico a tutto, per i cibi quel senso estetico è conferito da queste “etichette” che solo nella percezione offerta dal marketing riesce a dare ai consumatori.

Con questo è evidente che con il bio siamo di fronte ad una pura e semplice operazione di marketing che sta spostando i capitali da una produzione all’altra, ma che in realtà, non offre alcun vantaggio reale al consumatore se non l’effetto placebo di essere convinto che sia migliore spesso confortato dal fatto che paga tutto molto di più! E quando un prodotto lo si paga caro si tende a pensare che sia necessariamente migliore. 

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